Calendario da tavolo in legno: 4 maggio

Quattro Maggio: Giornata Nazionale del “Posso” (e non del “Devo”)

Ci siamo, oggi è il fatidico 4 maggio. Alleluja.

Oggi posso fare un sacco di cose in più rispetto a ieri. Posso, appunto, non devo.

Ma io sono italiano, e quindi confondo un po’ le cose: se qualcuno mi autorizza a fare qualcosa (il famoso “posso”) allora io parto subito in quarta e cerco di capire come devo fare per farla.

Articolo difficile, vero? è un po’ un ritorno di fiamma: il mio amato flusso di coscienza. Quell’amico che ti aiuta a svuotare un po’ la mente, trasferendo quasi direttamente dalla testa alle dita sulla tastiera. Giusto un minimo di ritocco estetico per separare i paragrafi e non rifilarvi una pappardella piatta piatta.

Eravamo rimasti all’italianità, quella parolona di cui ci siamo sempre sentiti orgogliosi, anche quando viene volgarmente tradotta ed esportata come “Made in Italy”, in cui soltanto la preposizione centrale potrebbe essere una parola veramente italiana. Orgogliosi di essere italiani, uno slogan con cui si sono riempiti la bocca più o meno tutti gli spot passati alla televisione, sponsorizzati dalle nostre grandi aziende (“nostre”, poi, per indirizzo fisico della sede legale? per residenza dei lavoratori? ma questo è un altro capitolo…).

L’italianità vera, quella che ci viene riconosciuta ovunque nel mondo e che fa sempre strappare un sorriso quando ci vedono comparire all’orizzonte, è probabilmente la nostra innata natura di furbacchioni, non voglio dire di imbroglioni, piuttosto – usando un termine di origine dialettale del sud – di mariuoli.

E oggi, 4 maggio 2020, vedremo con ogni probabilità tutto il nostro essere mariuoli in atto.

Lo abbiamo anche dichiarato, fortemente, pubblicamente, con coraggio e con coerenza (un vestito che siamo soliti indossare solo in questi casi – lo lasciamo volentieri nell’armadio, insieme agli scheletri, per il resto dell’anno). Abbiamo invaso le nostre bacheche social, lo abbiamo annunciato ai vicini di casa, abbiamo telefonato ai parenti più remoti per avvertirli del nostro imminente arrivo – se ne abbiamo avuto la decenza.

Oggi, proviamoci almeno a ripeterlo tutti insieme, è la giornata nazionale del “posso”, non quella del “devo”.

Almeno per oggi (dove con “oggi” intendiamo – per chi si fosse giustamente perso nel seguire il mio pensiero – fase2 e annessi del coronavirus) proviamo a fare quel passettino in più, che potrebbe in realtà un passettino in meno.

Proviamo a non passare il tempo alla ricerca del cavillo, del pertugio nel testo legislativo che ci autorizzi a fare chissà quale giro contorto e perverso per arrivare chissà dove, perché in realtà non abbiamo veramente quell’obiettivo in mente: facciamo che almeno oggi siamo un po’ più onesti e ammettiamo di non ardire dal desiderio di andare a trovare al nonna all’altro capo d’Italia – che sono anni che non visitiamo.

Ricordiamoci che non siamo rimasti chiusi in casa per il capriccio di qualche burocrate, e che non dobbiamo per forza trovare il modo di aggirare qualche disposizione per poi andare in giro a testa alta e dito medio sventolante.

Dovremmo provare, per una volta, provare a riflettere e quindi agire da persone, non da mariuoli – per quanto la tentazione sia veramente forte.

Sinceramente, e dolorosamente, in merito a questo primo spiraglio di “libertà” sono un po’ più preoccupato che fiducioso, ma spero vivamente di sbagliarmi.

A presto

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